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Wat Pho

Tra le tante attrazioni turistiche di Bangkok, una delle più particolari è il Wat Pho, conosciuto anche con il nome di tempio del Buddha sdraiato. Il motivo? Un’immagine lunga quasi 50 metri del Buddha. Si tratta di uno dei templi più antichi della capitale della Thailandia, costruito già prima che Bangkok venisse scelta come capitale del Paese. La denominazione è ispirata al Monastero dei Bodhi Tree, che si trova in India: si ritiene che sia stato proprio qui che l’illuminazione sia giunta al Buddha. Nella seconda metà del Settecento il re Rama I ordinò che venisse realizzato un tempio nuovo dalla parte opposta del fiume Thonburi. Ci fu bisogno di un bel po’ di tempo prima che il progetto potesse essere portato a termine, fino a quando il tempio fu scelto come quello principale del primo sovrano della dinastia Chakri, le cui ceneri non a caso sono ospitate qui.

La storia del Wat Pho

Nel corso dei decenni, poi, il Wat Pho andò incontro a vari ampliamenti e alcune ristrutturazioni, come avvenne – per esempio – in occasione del regno di Rama III. Ad ogni modo, quasi tutte le costruzioni visibili adesso vennero realizzate proprio ai tempi di questo monarca.

Come raggiungere il Wat Pho

Il tempio è situato nel centro di Bangkok, e più precisamente nel distretto Phra Nakhon. L’ingresso non è gratuito, ma il biglietto costa davvero poco: 100 Bath (il Bath è la moneta locale thailandese), cioè poco più di 2 euro e 50 centesimi. Il Wat Pho è aperto dalle 8.30 del mattino alle 18.30. I padiglioni orientali del tempo, tra l’altro, consentono di sottoporsi a un massaggio rilassante o addirittura di frequentare una lezione che aiuta ad apprendere tutti i segreti di questa tecnica. Per un massaggio di 30 minuti il costo è di 260 Bath, mentre per un massaggio di 60 minuti il prezzo è di 420 Bath.

Il massaggio thailandese

Ma quali sono le caratteristiche più interessanti del massaggio thailandese? Prima di tutto è bene sapere che è un po’ differente rispetto ai massaggi a cui in genere siamo abituati dalle nostre parti, anche perché per effettuarlo non si adopera alcun olio. Questo tipo di massaggio si basa sulla constatazione che il nostro organismo è percorso da vari canali connessi al prana, cioè l’energia vitale. In pratica, il massaggio ha l’obiettivo di liberare i canali ostruiti, così che il prana possa circolare in maniera adeguata, al fine di prevenire la comparsa di malattie. Ecco spiegata la ragione per la quale quello thailandese è un massaggio decisamente energico. Forse per questo non è adatto a tutti, o comunque a chi si aspetta il classico massaggio rilassante in cui si deve stare distesi e basta. In questo caso, tra l’altro, bisogna stare non solo sdraiati, ma anche seduti e poi su un fianco. Il tempio viene ritenuto la location ideale per scoprire i segreti della medicina classica Thai.

Le pagode

Usciti dai padiglioni orientali, si può proseguire la visita del tempio: a ovest dell’ubosot sono presenti quattro stupe, cioè pagode, e ognuna di esse ospita i resti di un sovrano. Dentro la pagoda blu, per esempio, sono conservati i resti di Rama IV, mentre nella pagoda arancione ci sono i resti di Rama III. La pagoda gialla, ancora, accoglie i resti di Rama II, e infine la pagoda verde ospita il Phra Si Sanphet, che è una delle statue del Buddha più sacre del Paese.

Il Buddha

Esistono quattro modi differenti per rappresentare il Buddha. Il Vitarka è la raffigurazione con l’indice e il pollice uniti e le altre dita puntate verso l’alto diritte: è il simbolo dell’insegnamento. Il Dhyana è la raffigurazione con tutte e due le mani posizionate sul grembo, la mano sinistra sotto quella destra e i palmi indirizzati verso l’alto: è il simbolo della meditazione. Il Bhumisparsa è la raffigurazione in posizione seduta, con la mano destra che tocca per terra e la mano sinistra posizionata sul grembo: è il simbolo dell’illuminazione. L’Abhaya mudra, infine, è la raffigurazione con la mano alzata e in piedi: è il simbolo della rassicurazione. Ebbene, il Wat Pho è il tempio della Thailandia con il maggior numero di rappresentazioni del Buddha, visto che in tutto ce n’è più di un migliaio. Come si può intuire, per visitare questo complesso con la dovuta attenzione c’è bisogno di un bel po’ di tempo.

Che cosa rimane da vedere

Sono oltre 90 le pagode presenti nel tempio. Il complesso comprende due parti: il Phuttawat corrisponde al lato settentrionale ed è quello che accoglie il Buddha sdraiato, essendo aperto al pubblico; il Sankhawat, invece, corrisponde al lato meridionale e accoglie una scuola, oltre ad essere il quartiere residenziale destinato ai monaci. Infine, non bisogna dimenticare di coprire le gambe fino al ginocchio per poter entrare (per le donne, fino alla caviglia).

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