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Plastic Free

I cittadini privati hanno la possibilità di agire per fare in modo che il Comune in cui risiedono diventi plastic free? A livello istituzionale no, ma ciò non vuol dire che non ci si possa organizzare per sensibilizzare l’opinione pubblica. Si può cominciare, molto semplicemente, esponendo il problema ai consiglieri comunali di riferimento. Dal punto di vista pratico, poi, è indispensabile mettere in pratica i comportamenti più responsabili e sostenibili: il che significa privilegiare i prodotti basati su materiali riciclabili, escludendo quando possibile gli articoli con un impatto ambientale elevato.

Gli obblighi europei

Il 2021 è l’anno in cui entreranno in vigore le prescrizioni previste a livello europeo in riferimento ai materiali plastici: si tratta di una serie di novità normative per effetto delle quali la lotta alla plastica diventerà più aspra. Questo, comunque, non implica che si debba aspettare di essere obbligati a fare una cosa per metterla in pratica: ognuno di noi dovrebbe basarsi sulla propria sensibilità per agire. Insomma, se si vuole essere plastic free, lo si può diventare a prescindere dalle norme. Al di là delle procedure burocratiche più o meno lunghe e delle leggi nazionali o internazionali, anche il più piccolo dei consigli comunali può adottare una scelta lungimirante per rendere plastic free un paese o una città.

I comuni plastic free in Italia

Per fortuna nel nostro Paese il numero dei comuni plastic free è in costante aumento, tanto nelle regioni del Nord quanto in quelle del Sud. Continua a crescere la sensibilità su questo tema, e ciò non può che contribuire a consolidare le battaglie che vengono combattute da chi ha a cuore le sorti dell’ambiente e le tematiche ecologiche. Senza dimenticare che una scelta in tal senso non dovrebbe basarsi sulle appartenenze politiche o sulle ideologie, ma dovrebbe avvenire in modo unanime. I comuni affacciati sul mare, per esempio, hanno un interesse particolare a darsi da fare, se è vero che specie marine giorno dopo giorno scompaiono proprio per colpa della plastica. Il che non dovrebbe impedire ai comuni di pianura e a quelli di montagna di mettersi in gioco a propria volta.

Una scelta virtuosa

Quella che deve essere attuata dai comuni è una scelta virtuosa, che forse non è così semplice e all’inizio rischia di rivelarsi scomoda, ma di certo è destinata a garantire benefici importanti, almeno sul lungo termine. Il comune di Sassari in Sardegna e quello di Orvieto in Umbria sono due esempi di realtà plastic free. In Sicilia, una strategia di questo tipo è stata adottata a Linosa, a Lampedusa, a Noto e ad Avola, senza dimenticare Pantelleria. E, ancora, vale la pena di citare i comuni di Domus De Maria, di Caggiano, di Pozzuoli, di Malfa, di Maratea, di Pollica e delle isole Tremiti. Spostandosi da Sud verso il Nord, infine, sono plastic free anche Bordighera, Portovenere e Vernazza.

Che cosa vuol dire essere plastic free

Ma in termini pratici che cosa comporta essere plastic free? Come la definizione lascia intuire, si tratta di liberarsi dalla plastica e imparare a farne a meno. Tale denominazione viene attribuita ai comuni del nostro Paese che hanno scelto di agire in maniera attiva per combattere un utilizzo indiscriminato della plastica, con l’intento di tutelare i territori e i mari. Le amministrazioni più illuminate sotto questo aspetto hanno promulgato e sottoscritto ordinanze attraverso le quali il ricorso alla plastica usa e getta è stato messo al bando. Si tratta, insomma, di comuni virtuosi in cui le sportine, i piatti e i bicchieri usa e getta fanno parte del passato.

Perché è importante essere plastic free

Vien da chiedersi, a questo punto, quali siano le conseguenze vantaggiose che possono derivare da un approccio plastic free. Il problema principale della plastica, che proviene dal petrolio, è il fatto che si tratta di un materiale che per biodegradarsi ha bisogno di centinaia di anni. Essa finisce per inquinare il mare e il terreno, e causa ogni giorno la morte di numerosi animali. Ma non è tutto, perché anche se non ce ne rendiamo conto, noi mangiamo la plastica. Proprio perché non degrada, tale materiale si scompone e raggiunge dimensioni minime: così le particelle di plastica si trovano in ciò che beviamo e in ciò che mangiamo. È già tardi per rimediare, ma non per questo non vale la pena farlo: occorre cominciare a contrastare l’impiego di tale materiale per arrivare a una società plastic free.

La plastica tra luci e ombre

Non si vuol certo negare l’utilità della plastica, un materiale che ha a tutti gli effetti rivoluzionato la quotidianità di miliardi di persone. Il problema è che la sua produzione, il suo utilizzo e il suo smaltimento, se non vengono seguite procedure appropriate, possono generare un livello di inquinamento complicato da bloccare, almeno fino a quando vivremo in una società basata sull’usa e getta che non si preoccupa dei rifiuti che produce.

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