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Effetti della dipendenza da cannabis

La marijuana, che è la sostanza che viene estratta dalle infiorescenze della cannabis, è senza dubbio oggetto di controversie, almeno nell’immaginario collettivo. Spesso viene indicata come sinonimo di hashish, ma in realtà l’hashish è un prodotto differente: infatti, viene estratto in modo diverso e, soprattutto, ha una consistenza pastosa o solida. Giusto per fare chiarezza, quindi, la marijuana e l’hashish sono due prodotti diversi, e la cannabis è la pianta da cui provengono. Si tratta di sostanze che contengono il THC, che ha effetti psicoattivi. È possibile assumere la cannabis per via orale, per esempio mangiandola, o fumarla con il tabacco; in alternativa la sua fruizione può prevedere la vaporizzazione. In questo caso si riscalda la cannabis in modo che essa rilasci la sostanza psicoattiva destinata a essere inalata. Nella maggior parte dei casi si preferisce fumare la sostanza, perché con questa modalità si sperimentano effetti più intensi in tempi più veloci.

Gli effetti sul cervello

Sono numerosi gli effetti che si concretizzano a livello cerebrale a causa dell’azione che viene svolta dai cannabinoidi, i quali agiscono soprattutto sui recettori CB1 e CB2, che si trovano in tutto il sistema nervoso centrale. Come è facile intuire, gli effetti variano in base al contenuto di THC.

La dipendenza da cannabis

Quasi sempre, la dipendenza da cannabis insorge nel periodo dell’adolescenza o al massimo nella prima età adulta. Il rischio di avere a che fare con una dipendenza aumenta nel caso in cui si cominci a usare la cannabis prima dei 15 anni, e cioè in età precoce: in tale eventualità cresce la probabilità di soffrire di disturbi mentali da adulti e di diventare dipendenti da altre sostanze oltre alla cannabis. Il disturbo negli adolescenti può essere più veloce.

Il funzionamento cognitivo

Il ricorso alla cannabis è destinato ad alterare il funzionamento cognitivo, soprattutto per ciò che concerne la memoria a breve termine e il cosiddetto funzionamento esecutivo, che ha a che fare con le capacità di inibizione e di pianificazione. A cambiare sono anche i tempi di risposta agli stimoli. La dipendenza dalla cannabis si manifesta attraverso un utilizzo ripetuto tutti i giorni e distribuito nell’intero arco della giornata per mesi o addirittura per anni: questo vuol dire che il soggetto trascorre sotto l’influsso della cannabis quasi tutto il proprio tempo.

Perché si assume la cannabis

In molti casi, la cannabis viene consumata con l’intento di alterare il proprio stato emotivo, per esempio per attenuare la rabbia o per sperimentare una sensazione di euforia. Non di rado, poi, vi si ricorre per trovare sollievo rispetto a dolori fisici o per agevolare il sonno. In parecchie circostanze i soggetti dipendenti dalla cannabis hanno disturbi mentali la cui sintomatologia rischia di essere accentuata dalla cannabis stessa. Un utilizzo acuto e cronico della sostanza è indicato dalla tosse cronica e dagli occhi rossi, ma anche da un craving accentuato nei confronti di particolari cibi.

Perché è importante intervenire

Attraverso il San Nicola, centro di disintossicazione che mette a disposizione professionisti esperti e competenti, è possibile contrastare la dipendenza da cannabis, un problema che è fin troppo trascurato perché sottovalutato. A volte chi soffre di tale dipendenza prova ad arrestarla ma fallisce nel tentativo; in altri casi, può esserci una dipendenza anche da altre sostanze. Se l’uso quotidiano della cannabis viene sospeso in maniera brusca, si può manifestare una sindrome da astinenza che si riconosce attraverso i disturbi del sonno, gli stati di ansia e la perdita di peso; altri sintomi possono essere l’irrequietezza, la perdita di appetito e la depressione dell’umore, con evidenti disagi per la qualità della vita.

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