Non si afferma davvero nulla di nuovo sottolineando che la frittura sia un’autentica delizia: pesce, patatine, carciofi, arancini… le pietanze che possono essere “declinate” in questo modo sono tantissime.
Sicuramente è bene non eccedere con le fritture, qualsiasi nutrizionista potrebbe confermarlo, ma se una volta tanto ci si vuol concedere queste delizie del palato, non c’è davvero alcun problema.
Le specialità fritte sono un caposaldo della cucina, non ci sono dubbi, tuttavia per questo tipo di preparazioni è fondamentale sottolineare un aspetto, ovvero le modalità con cui deve essere gestito l’olio utilizzato per il processo.
Da questo punto di vista, purtroppo, vige non poca disinformazione: c’è chi crede che essendo l’olio un prodotto naturale esso non sia inquinante e possa quindi essere smaltito senza alcuna cautela, ma la realtà è completamente differente.
Il motivo è presto detto: l’olio, dunque anche l’olio utilizzato in cucina per friggere, ha come peculiarità principale quella di non mescolarsi con l’acqua.
Tutti possiamo fare un semplice esperimento per rendercene conto: se inseriamo in un bicchiere dell’acqua e dell’olio, noteremo che questi due liquidi non si mescolano per niente anche laddove si agiti il contenitore, e ciò ha delle implicazioni.
Se si riversa dell’olio nel mare esso non si mischierà, anzi galleggerà sulla superficie dell’acqua, e questo causa un inquinamento davvero notevole proprio per via delle caratteristiche di questi due liquidi, impedendo ai raggi solari di penetrare in modo naturale.
Alla luce di questo, quindi, è evidente che gettare dell’olio nello scarico del lavello, o anche in un water, è un gesto irresponsabile che deve essere sempre evitato.
Quanto detto vale sia per le aziende che producono importanti quantità di olio esausto, si pensi quindi ai ristoranti che adoperano friggitrici professionali quali quelle presenti nell’e-commerce https://www.allforfood.com, sia per le fritture che vengono fatte in casa.
Quali sono, dunque, le corrette procedure che devono essere seguite?
A livello domestico, la soluzione più comoda è sicuramente quella di prevedere, magari sul proprio balcone o comunque dove non si crea ingombro, un contenitore piuttosto capiente in cui si andrà a riporre l’olio esausto.
Quando il contenitore sarà pieno dovrà essere portato in una delle cosiddette isole ecologiche della città, quindi aree che raccolgono questo tipo di liquidi per poterli smaltire in modo corretto e senza rischi; esistono peraltro anche altre realtà o aziende, come ad esempio dei supermercati, che praticano la raccolta dell’olio esausto in modo del tutto gratuito.
Nelle aziende in cui si producono importanti quantità di olio esausto il concetto è il medesimo, tuttavia il materiale da smaltire viene portato presso le isole ecologiche in modo più frequente, proprio per evitare che si creino dei grossi ingombri in cucina o in magazzino
Un ristorante che non smaltisce correttamente l’olio esausto, ovviamente, è passabile di sanzione, oltre a commettere un qualcosa di gravemente irresponsabile nei confronti della natura.
Smaltire correttamente l’olio prodotto con l’effettuazione delle fritture, dunque, è importantissimo, ed è responsabilità di tutti attuare dei comportamenti virtuosi.
D’altronde, accumulare l’olio da smaltire in un contenitore e far di tanto in tanto, magari una volta al mese, un salto presso l’isola ecologica più vicina non rappresenta certo un grosso fastidio, di conseguenza prestare attenzione a questo non è affatto un onere.
Anche solo pochi litri di olio smaltiti in modo inadatto, ad esempio gettandoli nel water, causano un danno ambientale davvero notevole, ed allora, ne vale davvero la pena?
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