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metalli preziosi
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Come funziona il recupero dei metalli preziosi

Il recupero dei metalli preziosi riguarda l'estrazione del rodio, del platino, del palladio e dell'oro da diverse tipologie di rifiuti: vera e propria spazzatura che viene trattata per riuscire a isolare tali metalli, in modo tale che essi poi possano venire riutilizzati. Alcuni di essi, in particolare, dopo essere stati recuperati subiscono un processo di raffinazione e poi sono usati nell'ambito dell'industria orafa per la realizzazione di gioielli. Le officine e le fabbriche di monili possono avere a che fare con vari tipi di rifiuti: il lavaggio della mano, per esempio, presuppone una tabella organica nella quale le particelle di oro sono considerate specie a parte, mentre la lucidatura dei monili riguarda le particelle di oro libere che rivestono gli attrezzi e i loro scarti; infine, c'è pavimento sweepings, con le polveri di oro ricavate da oggetti di grandi dimensioni.

La lavorazione

La lavorazione finalizzata al recupero dei metalli preziosi si articola in una serie di passaggi che iniziano con la raccolta dei rifiuti e il loro stoccaggio; dopodiché essi vengono macinati e bruciati, in modo tale che si producano delle ceneri che saranno caratterizzate attraverso il titolo del metallo prezioso che è presente all'interno. I diversi metalli preziosi a questo punto vengono affinati. Quindi è la volta del recupero delle sostanze pure utilizzate nel corso del processo produttivo; il prodotto finito viene analizzato in laboratorio, mentre i preziosi finiscono in un caveau dove saranno custoditi e conservati.

Il trattamento dei rifiuti

rifiuti che sono adoperati per questo ciclo produttivo possono avere provenienze differenti e, di conseguenza, caratteristiche diverse. In genere derivano da scarti di attività artigiane e industriali, come per esempio le lavorazioni di monili in oro e non solo, ma anche dalla raccolta differenziata di schede di computer e altri componenti elettronici. Non solo: i metalli preziosi possono derivare da materiali elettrici, da fili metallici, dai catalizzatori impiegati nelle industrie farmaceutiche, dalle marmitte catalitiche e dalle batterie demercurizzate, con una concentrazione di mercurio compresa tra l'1 e il 2%. Anche le scorie vetrose di seconda fusione e la spazzatura delle aziende artigiane orafe possono rappresentare una preziosa fonte di metalli preziosi da recuperare. Una volta raccolti, i rifiuti sono stoccati e poi spostati con dei muletti verso il punto in cui saranno macinati.

I rifiuti bruciati

Come si è detto, i rifiuti una volta macinati sono destinati a essere bruciati. La zona deputata alla bruciatura è, in realtà, suddivisa in due aree, l'area ceneri e l'area fonderia. Il ricorso ai forni a griglia per la combustione dei rifiuti rende possibile la raccolta delle ceneri in cui sono presenti i metalli preziosi che devono essere recuperati. Tale passaggio presuppone l'uso di fondenti come il sodio tetraborato decaidrato, noto come sal borace, e la soda solvay. I forni generano dei fumi di combustione che sono indirizzati verso il postcombustore: qui la loro temperatura viene aumentata allo scopo di ridurre la quantità di inquinanti presenti, come IPA e PCDD. I fumi in seguito sono trattati con il bicarbonato di sodio, per poi essere filtrati.

Le ceneri, a loro volta, sono omogeneizzate e poi campionate, in modo tale che sia possibile identificare il titolo dei metalli preziosi presenti all'interno. Così si può anche decidere quale iter seguire per recuperare i metalli. L'uso di idrogeno o di ammoniaca dissociataconsente l'esecuzione del processo di riduzione che avviene in fonderia. La fase seguente è costituita dall'affinazione: nel caso dell'oro si ha a che fare con una dissoluzione acida, con il metallo che viene filtrato e poi precipitato. 


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