Succede nel piccolo Comune di Randazzo (Ct), dove le mappe catastali hanno rivelato la presenza di una chiesa, ora non più presente nel paese. Randazzo è una cittadina ricca di monumenti ecclesiastici, ma nessuno ricordava la chiesa di Sant'Agata, che era invece evidenziata nella mappa catastale del Comune non aggiornata.
La chiesa si trovava di fronte a una piazza, poco fuori le mura della cittadina. Gli abitanti si erano dimenticati del luogo sacro, perché la chiesa somigliava alle altre novantanove sparse sul territorio e la sua costruzione risaliva all'XII secolo. Uno dei primi documenti storici, prima della scoperta sulla mappa catastale, era un atto notarile con cui si concedeva al vescovo di allora la metà dei profitti su un terreno vicino alla chiesa.
La chiesa comincia a mostrare segni di cedimento nel lontano 1427, quando un altro documento notarile attesta l'impegno del nuovo gestore ad apportare modifiche alla struttura entro quattro anni. Le ultime notizie risalgono al 1917, quando una tesi di laurea in Ingegneria redatta in Germania fa riferimento alle condizioni della chiesa di Sant'Agata, ormai distrutta dal tempo, fornendo soluzioni per il restauro dell'edificio.
Lo studio viene poi ripreso da un professore siciliano, che evidenzia gli affreschi presenti all’interno di una struttura ormai irreparabilmente danneggiata. La certificazione nella mappa catastale arriva nel lontano 1934: la chiesa è ormai cadente e si ritiene che debba essere abbattuta.
Così, un pezzo di storia viene sostituito da due edifici residenziali, costruiti nel 1939. La scoperta della chiesa avviene consultando le mappe catastali, che non erano state aggiornate da allora: al posto dei due palazzi, veniva indicato il rudere della chiesa. Il rinnovato interesse per le tradizioni e la storia locale han poi consentito di recuperare almeno la memoria del complesso religioso, abbandonato all'oblio da troppo tempo.
Purtroppo, la memoria è l'unica cosa che resta della chiesa di Sant'Agata: il Catasto è stato aggiornato e la mappa catastale online è entrata nelle procedure comuni, mentre il Comune ha deciso di conservare questi documenti nel caso qualche studioso volesse approfondire l'argomento. L'edificio era stato quasi completamente dimenticato dai cittadini e l'aver recuperato almeno l'idea dell'esistenza del complesso (corredata da immagini e da studi anche dall'estero), ha dato un ricordo seppur vago della vita del paese a quei tempi.
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