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Il record che ha fatto tremare il Guinness: da 110 a oltre 200 visioni

Il viaggio di Agustin Alanis nel mondo dei record ha inizio a metà del 2019, quando la storia delle prime 110 visioni di Avengers: Endgame conquista le prime pagine . La sua tenacia si materializza nel superamento disruptivo del precedente record (103 visioni), detenuto da un fan di Infinity War. La routine programmata di Agustin Alanis lo porta a vedere il film due volte nei giorni feriali e 4‑5 volte nel weekend, totalizzando in poche settimane oltre 116 visioni. I media lo descrivono come un’impresa quasi sportiva: 350 ore dentro una sala cinematografica, una maratona di fedeltà e resistenza fisica. L’obiettivo era tanto ambizioso quanto chiaro: superare le 200 visioni.

Nel marzo 2021 arriva il riconoscimento ufficiale dal Guinness World Records: 191 visioni di Avengers: Endgame valgono a Agustin Alanis il titolo mondiale nella categoria “Most Cinema Productions Attended – Same Film” . Si tratta di un risultato straordinario, che lascia il pubblico a bocca aperta e consacra il suo posto nel firmamento dei superfan.

Dietro le quinte: la routine, i sacrifici, la passione

Chi è Agustin Alanis, davvero? Costruttore di professione e body builder nel tempo libero, ha costruito la sua routine attorno alla visione ossessiva del film. Lavora 10‑12 ore al giorno nell’impresa di famiglia, eppure riesce a infilare due visioni quotidiane – mattino e sera – e fino a cinque nel weekend, approfittando delle matinée a prezzo ridotto.

Il fisico ne ha sentito le conseguenze: ha perso circa 10‑16 chili di massa muscolare, come ammette lui stesso, sacrificando palestra e tempo con la famiglia. Nonostante ciò, la passione per i personaggi Marvel – e in particolare per Captain America, eroe del suo cuore – lo porta a non mollare.

Orgoglioso, Agustin Alanis documenta ogni visione: selfie allo staff del cinema, stubs di biglietti, post sui social. Le sale lo conoscono per nome: è diventato una presenza fissa e benvoluta. Più che un fan, un’istituzione locale.

Curiosità e aneddoti: da “El Tigre Vengador” ai cameo nei social

Nel panorama dei fandom emergono spesso figure eccentriche, ma Agustin Alanis ha cavalcato l’onda diventando “El Tigre Vengador”, un nickname in cui si fondono l’amore per il Tigres – squadra messicana – e l’identificazione con i Vendicatori . È noto nelle convention Marvel dove ha incontrato attori come Anthony Mackie. Il nickname aggiunge un tocco mitico alla sua figura.

Tra gli aneddoti più divertenti, la varietà di pubblico nelle sale: ogni visione ha un tono diverso, a seconda di chi compone l’audience – tra chi applaude, chi ride o chi trattiene il fiato ad ogni colpo di scena . In più, Agustin Alanis si esibisce nella recitazione silenziosa dei dialoghi, come una performance vocale tra sé e sé.

Non mancano momenti virali: un tweet annunciando la 103ª visione dedicato a NemRaps, il record precedente. Una battaglia social e un riconoscimento di fratellanza tra superfan . Una sorta di duello eroico, scandito dagli hashtag #TigreVengador e #AvengersEndgame.

Aggiornamenti recenti e la svolta verso le 300 visioni

Dopo il riconoscimento di 191 visioni certificato da Guinness nel 2021, la corsa non si è fermata. Pur non emergendo reportage successivi sul raggiungimento delle 300 visioni, il suo storico ci fa capire che l’obiettivo era fisso: “Se qualcuno batte il mio record, tornerò e riproverò” – dichiarava già nel 2019. La conclusione logica, vista la sua ostinazione, punta verso le 300 visioni, trasformando un record in un’epica personale.

Nel frattempo, Ramiro Alanis – nome usato nei registri Guinness – ha replicato l’impresa con Spider Man: No Way Home, raggiungendo 292 visioni tra dicembre 2021 e marzo 2022 . Questo giro dimostra che la sua resistenza mentale e fisica non è un caso isolato: è diventata un modello di endurance cinematografica.

Significato del record: fandom, endurance e cultura pop

La vicenda di Agustin Alanis porta all’attenzione una riflessione: il fandom spinto oltre ogni limite, dove si fonde passione, disciplina e performance personale. Ogni visione è un atto di presenza, un sacrificio di routine privata, una sfida a sé stessi.

L’elemento sorprendente è l’equilibrio tra lavoro duro e cinema sfrenato. Costruttore di giorno, spettatore instancabile di sera, ha incarnato l’idea che un film può diventare missione. Le oltre 350 ore dedicate a Endgame equivalgono a più di 14 giorni consecutivi sullo schermo . Una maratona che confonde i confini tra dedizione e ossessione, tra performance sportiva e racconto personale.

Il record aveva e ha ancora valore simbolico. Parla della cultura cinematografica contemporanea dove il pubblico non si limita a consumare passivamente, ma si immerge profondamente, plasma relazioni con personaggi e comunità. L’impresa di Agustin Alanis è un’ode a questo spirito.

Umberto De Filippi