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Qual è la situazione legislativa attuale sugli aromi per sigarette elettroniche

Lo scorso 24 Giugno la BECA (commissione speciale per la lotta contro il cancro dell’UE) ha pubblicato una bozza del proprio rapporto sul Piano contro il cancro della Commissione Europea, presentato lo scorso Febbraio.

L’obiettivo è quello di diminuire il tasso di fumatori e di tumori derivanti dal consumo di sigarette in Europa, raggiungendo il traguardo di una “generazione senza tabacco” entro il 2040.

Volenti o nolenti, in questo discorso rientrano ovviamente le sigarette elettroniche ed i liquidi da svapo, sui quale pende una spada di Damocle non indifferente.

Il rischio, infatti, è quello che le modifiche apportate nel prossimo futuro alla TPD (Direttiva Europea sui prodotti contenenti nicotina) possano bandire dal commercio i liquidi aromatizzati per e-cig, con il pretesto che inducano i più giovani e i non fumatori alla pratica del vaping e, conseguentemente, al fumo vero e proprio.

Ma cosa c’è di fondato in tutto questo discorso?

Gli e-liquid aromatizzati spariranno davvero dagli svapo shop?

Vediamo meglio qual è la situazione attuale e quali rischi concreti corre il mondo vape.

Cosa sta accadendo a livello europeo e qual è la situazione in Italia

Lo scopo perseguito dalla Commissione Europea con il piano anti-cancro è ineccepibilmente nobile e giusto, soprattutto se guardiamo i dati odierni riguardanti il consumo di tabacco combusto:

  • Il 15-20% dei casi di tumore in Europa ha come causa principale il fumo di sigaretta;
  • Il 27% dei decessi per cancro nel Vecchio Continente è provocato dal fumo (700.000 persone all’anno).

Si tratta di numeri allarmanti, specialmente se pensiamo che si parla di una situazione prevenibile e non di una forza di causa maggiore.

Il problema, però, è che a Bruxelles fumo e vapore elettronico vengono messi quasi sullo stesso piano, o meglio, sottoposti praticamente alla medesima legislatura, quando invece si tratta di esalazioni completamente differenti.

Il fumo provoca il cancro (e spesso la morte) per via delle sostanze tossiche che si generano durante la combustione – in particolare il monossido di carbonio – mentre le sigarette elettroniche no, poiché non vi è alcuna combustione e l’aerosol prodotto dalle e-cig è totalmente diverso da quello delle sigarette tradizionali.

Perciò, non essendo ad oggi confutata alcuna tesi sulla nocività delle sigarette elettroniche al pari di quelle classiche, sarebbe quanto meno corretto valutare singolarmente le due fazioni.

Ad ogni modo, per combattere la lotta contro il fumo, ecco quali sono i cambiamenti che la Commissione vorrebbe introdurre nella TPD e nella TED (armonizzazione delle accise):

  • Divieto dell’aromatizzazione dei prodotti a base di tabacco;
  • Imballaggi semplici e neutri delle sigarette tradizionali, con l’80% della superficie dei pacchetti ricoperta da avvertenze sui danni per la salute;
  • Aumento delle accise minime per scoraggiare l’acquisto dei prodotti a base di tabacco da parte (soprattutto) dei giovani;
  • Autorizzazione per gli Stati membri dell’UE a vietare i filtri in plastica usa e getta delle sigarette;
  • Redazione di un elenco delle sostanze emesse dalle e-cig, consultabile da parte dei consumatori (proseguendo nel contempo gli studi scientifici al riguardo).

Il dubbio sull’interpretazione di questi punti fermi resta – fino ad ulteriori chiarimenti – sul concetto di “prodotto a base di tabacco“.

Ci si riferisce solo a sigarette, sigari, misture da pipa oppure anche alle sigarette elettroniche?

Divieto degli aromi nelle sigarette elettroniche: falso mito o amara realtà?

Secondo l’articolo 2 dell’attuale normativa europea, i dispositivi vaporizzanti sono così definiti:

Prodotti che possono essere utilizzati per il consumo di vapori contenenti nicotina attraverso un boccaglio o qualsiasi componente di tale prodotto, compresa una cartuccia, un serbatoio e il dispositivo senza cartuccia o serbatoio“.

In tal senso, se dovessimo prendere in considerazione la legislazione odierna, le sigarette elettroniche dovrebbero rimanere escluse dal divieto delle aromatizzazioni e dall’aumento delle accise minime, in quanto non considerabili “prodotti a base di tabacco”.

Ciò nonostante, come dichiarato dall’europarlamentare Pietro Fiocchi, membro della BECA, si tratta per ora soltanto di consigli ed indicazioni dell’UE sulle modalità da adottare per combattere la lotta contro il fumo e il cancro, e non di una nuova normativa da applicare alla lettera.

Diverso quando si rimetterà mano alla TPD e alla TED, perché lì potrebbero cambiare le cose.

Ad ogni modo, rassicura Fiocchi, a Settembre il report della BECA giungerà in Parlamento e verrà emendato, e in quel preciso momento sarà fondamentale mettere nero su bianco la distinzione tra fumo e vapore elettronico.

Solo in questo modo si potrebbe tutelare l’e-cig come strumento per la riduzione del rischio ed evitare la sua crocefissione come acerrimo nemico al pari del tabacco combusto.

I liquidi aromatizzati aiutano davvero a smettere di fumare: ecco cosa dice un nuovo studio al riguardo.

Una ricerca svolta dall’Università di Yale e pubblicata su Pediatrics il 24 Maggio scorso ha dimostrato – numeri alla mano – che gli aromi nella sigaretta elettronica sono utili per far smettere di fumare definitivamente molti tabagisti.

Prendendo in considerazione i dati raccolti tra il 2013 e il 2018 su 17.929 persone tra i 12 e i 54 anni con un’esperienza di vaping alle spalle, ecco cosa è emerso:

  • Gli adulti che utilizzano liquidi aromatizzati hanno 2,3 volte in più la possibilità di smettere di fumare in modo definitivo rispetto a chi usa solo aromi di tabacco.
  • La credenza che il consumo di aromi non tabaccosi tra i giovani conduca direttamente al fumo è stata, inoltre, sfatata (motivazione spesso utilizzata come pretesto ai piani alti per imporre i divieti sul vapore elettronico).

Il primo punto è senza dubbio d’effetto, poiché dimostra l’utilità delle aromatizzazioni nei liquidi per e-cig su larga scala.

Il secondo, ben più grave, dimostra come spesso si metta sul piatto una motivazione priva poi di fondamento, che può causare danni molto peggiori.

Ne è un esempio San Francisco, dove nel 2018 furono vietate le sigarette aromatizzate e i liquidi da svapo non tabaccosi. Qui il tasso di fumatori nelle scuole superiori è praticamente raddoppiato rispetto a quello dei distretti circostanti in cui il divieto non è in vigore.

Sarebbe, dunque, giusto e conveniente eliminare gli aromi dalle sigarette elettroniche nel prossimo futuro?

Vi lasciamo alle vostre considerazioni personali.

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